L’arte, un’attività umana che apparentemente ‘non trova spazio’ nella diretta razionalità quotidiana, riveste invece un ruolo addirittura primario nello sviluppo della società.
Se sei confuso da quest’affermazione, devo assolutamente darti alcune informazioni aggiuntive.

Il motivo? L’arte ha un potenziale di attrazione che è addirittura unico nel suo genere. Musica, teatro, videogiochi… quante forme di intrattenimento abbiamo inventato?
Secondo i più recenti dati sulle spese dei consumatori pubblicati dal Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, i costi medi per l’intrattenimento hanno raggiunto 3.458 dollari per famiglia nel 2022.

Le spese dei consumatori per l’intrattenimento domestico negli Stati Uniti nel 2022 sono state di 36 miliardi di dollari.

E ancora, detto da Stan Lee, il creatore della Marvel: ‘L’intrattenimento è una delle cose più importanti nella vita delle persone. Senza di esso, potrebbero perdere la ragione.’

Una mostra d’arte può essere considerata intrattenimento?

Perché non dovrebbe esserlo? Una mostra d’arte è una forma di intrattenimento dove le persone vanno per elevarsi intellettualmente, per coltivare la loro mente.

Le sette principali categorie delle belle arti comprendono Architettura, Musica, Pittura, Scultura, Poesia, Danza e Recitazione (che include sia il cinema che il teatro). Sebbene queste siano classificate come suddivisioni distinte, in realtà tutte rientrano sotto l’unificante e ampia denominazione di “Arte”.

È evidente, quindi, che queste forme d’arte condividano delle similitudini pur mantenendo ciascuna delle caratteristiche distintive. Si frequenta il teatro per il piacere dello spettacolo dal vivo, mentre si va al cinema per immergersi in una narrazione visiva e coinvolgente.

Perché si va ad una mostra? Che si va a fare?

Renato Mannheimer, sociologo italiano e professore all’Università di Milano-Bicocca, sostiene che le persone si avvicinano all’arte per trarne godimento o per senso di dovere. L’arte visiva, che va oltre il semplice piacere estetico, dovrebbe condurre gli spettatori in un viaggio sia emotivo che intellettuale.

Philippe Daverio, rinomato critico d’arte, afferma che si dovrebbe visitare una mostra d’arte più di una volta, poiché la natura dell’arte visiva è quella di essere esplorata e compresa attraverso molteplici interazioni.

In una recente conversazione con una gallerista, è emersa una distinzione tra artisti commerciali e istituzionali, dove i primi si concentrano sulla vendita delle loro opere, mentre i secondi sull’aspetto istituzionale dell’arte.

 

Questa distinzione, però, sembra ignorare una realtà fondamentale: tutti gli artisti devono vendere le proprie opere per vivere. Hanno famiglie e spese quotidiane da sostenere.

In questo senso, tutti gli artisti sono, consciamente o meno, sia commerciali che istituzionali.
Tuttavia, il punto di vista della gallerista implica che l’artista abbia un ruolo che trascende il mero lavoro pratico.

Essere artista è una vocazione, una dedizione a scopi che superano il valore del denaro. Infatti, l’arte, nelle sue molteplici forme, visualizza storie e concetti che stimolano mente e cuore.

Intrattenere è un privilegio che pochi artisti riescono ad ottenere. Questa, in effetti, è una grande responsabilità da portare avanti.

L’arte può prevedere il futuro?

Gli artisti, data la loro natura particolarmente sensibile, riescono ad intuire ciò che sta avvenendo. Alcuni artisti hanno dimostrato di essere in grado di anticipare il futuro.

Ne è un esempio l’opera di Mark Wallinger: ‘Threshold to the Kingdom’ (2000), presentata alla Biennale di Venezia nel 2001, che precede drammaticamente gli eventi dell’11 settembre.

L’opera mostra un aeroporto, la porta si apre mentre le persone scorrono al rallentatore, in un’atmosfera drammatica e surreale.

Data la sensibilità tipica dell’artista, è altresì un dovere usare questo strumento per scopi sociali, che possano in qualche modo migliorare, aumentare, rinvigorire la società in cui viviamo, che spesso è popolata più da spettatori che da elementi attivi.

 John F. Kennedy, nel suo discorso in onore di Robert Frost, ha sottolineato il ruolo cruciale dell’artista nella società. Anche se si riferiva al ruolo del poeta, in realtà possiamo estendere il concetto a tutta l’arte.
Gli artisti, secondo JFK, sono custodi della verità e della giustizia, usando la loro arte per sfidare e interrogare il potere e l’autorità.

Quali sono i problemi su cui gli artisti si dovrebbero interrogare?

Quale giustizia andrebbe fatta? Difficile dirlo, perché questo è un tema etico a cui ognuno di noi è chiamato a rispondere. La mia esperienza personale mi ha messo di fronte a un problema.

Dovendo aiutare Anastasia, una ragazzina di 12 anni, a crescere in questo mondo, spesso mi pongo determinate sfide che lei stessa affronta quotidianamente, come il ruolo dei social media nella formazione del suo carattere e dei suoi punti di vista, e di come questo possa aberrare il buon senso o il suo comportamento.

L’accesso a Internet, infatti, per una persona non mentalmente preparata, connette istantaneamente a tre grandi macro problemi: la violenza sotto forma di bullismo ed altro, l’abuso sui minori e il traffico di esseri umani.

Sembra che stia esagerando, ma purtroppo non è così.
La violenza che viene esercitata ogni giorno sui ragazzini è quella di mostrare un mondo adulto dove concetti che non dovrebbero essere nella mente di un bambino vengono usati per intrattenimento.

Modi di vestire che esasperano ed accentuano le forme del corpo sono ovviamente promossi da Instagram e TikTok e, dato che creano engagement, vengono promossi dai rispettivi algoritmi.

La completa e brutale ‘verità’ a proposito del sesso è a portata di click o di ricerca per tutti i telefoni. Questo è ovviamente il campo più brutale che possa esistere in termini di educazione sessuale.

La diseducazione porta a perpetuare la violenza che questi ragazzini ricercano nelle loro vite amorose.

I social media sono anche un veicolo per l’adescamento dei minori e, se si crede che questa sia un’attività remota, basta parlare con qualche vittima sopravvissuta per rendersi conto che non è esattamente così.

L’abuso sui minori non avviene solo tramite social media, ci sono infatti istituzioni che, in un contesto dove la legge lascia ancora zone grigie, se ne approfittano ed usano i minori per trarne un lauto profitto.

Se questo tema sembra duro e difficile da affrontare, sono d’accordo con te. Tuttavia, se ne deve diventare consapevoli per poterlo risolvere.

Ci sono tre piaghe che affliggono l’umanità, e apparentemente da lungo tempo.

La violenza sulle donne

Recentemente, in Italia, il tema della violenza sulle donne ha continuato a essere una grave preoccupazione. Nel 2023, si sono verificati numerosi casi di femminicidio, con un numero allarmante di donne uccise

Il caso recente che ha scosso l’Italia sul tema della violenza sulle donne riguarda Giulia Cecchettin, una giovane donna il cui corpo è stato trovato il 18 novembre 2023 dai Vigili del fuoco nella zona di Barcis, in provincia di Pordenone, durante le ricerche per trovarla​.

Abuso sui minori

L’abuso sui minori, un problema profondamente radicato in molte società, può manifestarsi in diverse forme, tra cui lo sfruttamento tramite sistemi legali come il Baker Act in Florida o il TSO in Italia. Questi strumenti, originariamente pensati per proteggere, possono talvolta essere distorti per fini di lucro e controllo.

Traffico degli esseri umani

Parallelamente, il traffico di minori rimane un flagello globale, spesso occultato ma sempre presente, che richiede maggiore consapevolezza e azione diretta per il suo contrasto.

Che cos’e il traffico di esseri umani ? è il rapimento di esseri umani, in genere bambini, ma non solo, per scopi malevoli, come lo sfruttamento della prostituzione.

 

Le statistiche e le ricerche riguardanti l’abuso sui minori e il traffico umano rivelano l’urgenza di questi problemi.

Fonti come l’UNICEF e l’FBI forniscono dati che illustrano non solo l’ampiezza di questi crimini, ma anche la necessità di una risposta più forte e coordinata a livello globale, sottolineando la necessità di politiche e azioni efficaci.

Cosa può fare un’artista di fronte a tutto questo? Forse non molto. Ma ciò che si può fare è parlarne, rendere le persone consapevoli, non tramite shock o violenza, come fanno invece alcune testate giornalistiche (quasi tutti sanno che non si cura la violenza con un’altra forma di violenza).

Un artista, anche se potrebbe sembrare che possa fare poco di fronte a realtà così gravi, ha in realtà un potenziale enorme per influenzare e sensibilizzare la società.
Gli artisti possono usare la loro arte come mezzo per comunicare, sensibilizzare ed educare. Attraverso diverse forme d’arte – che si tratti di pittura, scultura, musica, teatro, danza, cinema, o qualsiasi altra forma espressiva – gli artisti possono portare alla luce storie ed esperienze, creando una connessione emotiva che spesso va oltre ciò che può essere trasmesso con le sole parole.

In questo contesto, voglio presentare ciò a cui ho lavorato, ciò che credo possa essere utile per affrontare questo tema ed aiutarne il dialogo.